Disposables

La società del 2250 non è molto diversa da quella del 2019. Ci sono ancora i rioni dei poveri e quelli dei ricchi. Ci sono città sovrappopolate che si estendono verso il cielo senza mai raggiungerlo. Ci sono luoghi di vacanze sfavillanti dove tutti si ricordano sempre di sorridere e gli uffici open space delle multinazionali dove dalle finestre entra una luce grigia e corpuscolare. Ci sono i confini e ancora più muri. E ci sono gli esclusi e gli sfruttati. I più esclusi e sfruttati non sono nemmeno “umani”. Sono BODA (Biosistemi Operativi Dinamico Adattativi). Così li chiamano. Questa è la storia di un gruppo di loro: vite sintetiche da gettare, rifiuti antropomorfi di una società che li ha usati, consumati e scartati. Androidi difettosi identici in tutto e per tutto agli esseri umani. Dispositivi irreparabilmente danneggiati. Completamente inutili e per questo destinati alla Discarica. Disposables racconta il loro ultimo viaggio: attirati da un segnale misterioso, i BODA si radunano in una fatiscente discarica dove si trovano non solo a lottare per la propria sopravvivenza, ma a “rivivere” le memorie dei BODA passati per la discarica prima di loro ed a riflettere sul senso del proprio stare al mondo, nell’attesa che la loro batteria si esaurisca definitivamente. Una volta per tutte. Disposables è un gioco di ruolo dal vivo ad alto budget con tecnologia realmente funzionante, veicoli, armi e un enorme spazio selvaggio da esplorare. Il giocatore è chiamato a impersonare un BODA e, nell’intento degli autori, questi androidi diventano l’allegoria degli “Altri”, gli esclusi, i migranti respinti o rimpallati da uno stato all’altro, i senzatetto che non interessano ai candidati perché non costituiscono elettorato, i disoccupati di una repubblica che non è più fondata sul lavoro, le creature che la società vede figlie di un dio minore, gli emarginati che pagano per ogni gesto di riscatto sociale.