Abstract
PULP è stato pensato per essere un larp di azione e sangue, violenza e linguaggio scurrile, sesso e tabù, potere, comicità e grottesco. I personaggi sono stati scritti dagli autori, cercando di combinare un realismo graffiante e un’acida ironia. Nella fiction di una società noir moderna, dove gli eroi sono criminali a sangue freddo, con la pistola in pugno e le tasche piene di soldi, cento giocatori hanno interpretato gangster appartenenti a diverse bande criminali, ognuna a suo modo stereotipata, con libertà di movimento su di un’area molto vasta.
PULP è stato giocato fra una decina di siti a diversi chilometri di distanza fra loro. Una villa di lusso con piscina per i Goodfellas, una locanda per le Imperatrici, una carovana di cinque camper per gli Zigani, un’area di softair urbano per i Guerrieri della Notte, una sala da lapdance per la Fratellanza russa, un appartamento per il Cartello messicano, un capanno da pesca per il Serraglio e poi una sala prove, un campetto da calcio per gli scambi, un pub irlandese da rapinare. In questo, l’evento aveva l’ambizione di intrecciare la sua trama con il tessuto della realtà quotidiana e l’esperimento ha funzionato al di sopra delle aspettative: baristi, avventori e financo membri delle forze dell’ordine si sono prestati per dei cameo da personaggi non giocanti, dando vita a interazioni genuine e vivaci.
C’è stata qualche difficoltà con gli spostamenti: la scelta iniziale di vincolarli all’uso di auto controllate dallo staff si è rivelata insufficiente alle necessità di un gioco fluido, poiché è stata sottoposta alla volontà di muoversi dei partecipanti. Lasciando loro la possibilità di muoversi con i propri mezzi, problemi e ritardi si sono via via risolti.
Tirando le somme, PULP ha proposto un contesto reale distribuito su un ampio territorio, in cui si muovevano personaggi fittizi nati da stereotipi di genere legati alla letteratura e al cinema pulp. Le bande criminali del Sistema si sono date appuntamento per incontrare il Boss dei Boss, per risolvere vecchie acredini e regolare i conti. Una storia corale che poteva finire solo in un modo: un bagno di sangue.