Abstract
Alla fine della FabCon, la nostra convention, organizziamo sempre un larp. Di solito è un thriller, spesso a forti tinte horror, ma quest’anno volevamo metterci alla prova e cambiare genere, tentando la difficile via della commedia. Così, per celebrare il nostro amore per Boris ed i 700 anni dalla morte di Dante Alighieri (ma sempre “alla cazzo di cane”), abbiamo creato “Gli Occhi di Dante”. Una grande fiction che vuole raccontare la vita del Sommo Poeta, che scava nell’animo umano, e in cui noi abbiamo voluto credere. Una produzione che si deve scontrare inevitabilmente con le pressioni della rete, le polemiche del web, e le manie di protagonismo dei talent coinvolti.
L’ingaggio del larp è stato la volontà di creare un trailer, in fretta e furia, da mandare al Festival del Cinema di Venezia. Tra una sceneggiatura cambiata in corsa, più volte, per soddisfare il politically correct, i product placement e le esigenze narrative, gli sceneggiatori cani si sono dovuti interfacciare con attori in crisi di nervi, registi incompetenti e maestranze che, tra complotti e problemi personali, erano poco intenzionate a fare un bel lavoro.
Il larp si è svolto molto bene. Siamo riusciti a ricreare un set con mezzi di fortuna in maniera efficace, e da un lato ha restituito bene l’idea della produzione fatta con quattro soldi. I giocatori si sono divertiti tantissimo, sono entrati immediatamente nel mood della partita, ed hanno messo anche del loro nell’interpretazione dei personaggi e nello sviluppo della trama. Apprezzato anche lo humor nero che abbiamo voluto inserire, tra satira e tragedia, perfettamente in tema con l’idea di una troupe in stile Boris che vuole fare prodotti culturali.