Abstract
Dracarys è stato il tentativo, riuscito, di coniugare il larp di qualità con i grandi numeri degli eventi fantasy massivi. Abbiamo progettato Dracarys con l’intenzione di creare un larp spettacolare e popolare: un’ambientazione famosa e di richiamo; un castello grande e lussuoso, con ampio parco; un impegno senza precedenti in scenografie ed effetti speciali; una formula di gioco efficace e accessibile, con personaggi creati dagli autori; un video promozionale per spiegare l’evento anche a chi non conosceva il larp. Per realizzare tutto questo abbiamo cercato la collaborazione di diverse associazioni e radunato uno staff di circa trentacinque persone, che ha lavorato per più di un anno. I nostri sforzi sono stati ripagati da un successo anche superiore alle nostre aspettative, che ci ha costretto a ritoccare verso l’alto il tetto massimo di partecipanti. Alla fine abbiamo avuto il piacere di far giocare circa 330 persone, tra cui più di 120 non avevano mai partecipato a un larp. Dracarys includeva anche un gruppo di gioco in inglese (gli esotici mercanti stranieri, provenienti dalle Città Libere e dal resto del continente di Essos) e ha quindi coinvolto una ventina di giocatori provenienti da Russia, Israele, Danimarca, Austria e altre nazioni. Tra i punti di forza dell’evento ricordiamo: un lussuoso castello con più di trenta sale e camere giocabili; quattro distinte taverne: dall’elegante locanda alla bettola malfamata, in cui i partecipanti potevano in qualsiasi momento comprare cibi e bevande usando denaro di gioco; un dungeon scenografato, con cunicoli, enigmi e trappole, costruito nei sotterranei del castello; un teschio di drago in polistirolo lungo più di due metri, il cui spirito comunicava con i giocatori attraverso un distorsore vocale ed effetti di luce; un vasto accampamento medievale nel giardino del castello, dotato di tende storiche fornite da noi che hanno permesso a circa sessanta giocatori di vivere l’esperienza ventiquattr’ore su ventiquattro. “Dracarys è stato un evento immenso, impossibile da rendere a parole, così epico, duro, ma soprattutto vero, da rendere quasi ogni evento da me giocato in passato una carnevalata” (commento di un partecipante, organizzatore di lungo corso di larp fantasy).