Abstract
Nel 2016 Freeform e Chambercon, le più grandi convention italiane dei più piccoli giochi di ruolo dal vivo, sembrano aver finalmente messo radici. Gemelle e autogestite, dopo anni a girovagare per Lombardia ed Emilia, hanno trovato nella Casa Scout del Piano dei Resinelli (Lc) e nell’Oratorio Vecchio di Samone di Guiglia (Mo) due tele bianche ideali per essere riempite di mondi e personaggi. Tuttavia, anche se sembra facile riconoscere i cosiddetti scenari “da camera”, proprio per i pochi partecipanti, la durata limitata e le stanze vuote, con l’immaginazione a farla da padrone, lo scopo di questi due appuntamenti è tenere viva la fiamma di un modo d’intendere il gioco solo apparentemente omogeneo. L’unico filo rosso in realtà è quello dell’improvvisazione: come canovacci di antica memoria, gli scenari possono essere allestiti e riproposti a piacere, senza che una partita sia mai uguale all’altra. Tutto il resto, però, è un inno alla varietà. Basta dare un’occhiata ai vincitori di FreaKform, la sfida che anche quest’anno ha preceduto Freeform, invitando a scrivere uno scenario in un mese. “Qualcosa che ci riguarda”, di Barbara Fini e Raffaele Manzo, delinea l’ambientazione realistica di una riunione di condominio, mentre “Ma la Tavola Rotonda sogni angoli retti?” di Lorenzo Martinelli ripropone il mito arturiano in salsa comica; “Martingala” di Oscar Biffi si basa su schede dei personaggi divise in sezioni componibili casualmente, laddove “Il giorno del capibara” di Simone Bonetti ha il suo metodo di scrittura dei ruoli sul momento; “L’esperimento” di Silvia Brunati ha giovato della sapiente regia di Patrizia Frosi, quando invece altri scenari si presentano come istruzioni da seguire in autogestione. Allo stesso modo a Chambercon, dove non ci si concentra sui soli giochi italiani ancora da testare, sono stati allestiti tra gli altri “Cat’s Cradle”, introdotto da workshop oltre che scandito in scene dalle autrici polacche Karolina Fedyk ed Ela Glowacka, e “Il Corvo e altre poesie” di Susi Ansaloni, fondato su un’immedesimazione coinvolgente, senza interruzioni. E tanti altri esempi aspettano nell’archivio online di Canovacci, aperto a chiunque voglia condividere le proprie creazioni. Anche quest’anno la disponibilità a mettersi in gioco e sperimentare qualcosa di nuovo è stata cruciale, per l’approccio agli scenari così come per la convivenza nei fine settimana. Autori diversi con gusti e concezioni diverse, per un’autogestione creativa fondata sul rispetto.
